Dott.ssa Antonia Mottolese
Biologa Nutrizionista - Torino
Il Diabete
15 Novembre 2014
Il 15-16 novembre 2014 è la giornata mondiale del diabete.
Solo in Italia le persone diabetiche sono circa 5 milioni, 1 persona su 12 ne è affetta.
Ma cos’è il diabete? È una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue. Le condizione principali che determinano l’aumento del glucosio sono: ridotta produzione di insulina (l’ormone che regola la glicemia) o una sua ridotta funzionalità.
Il diabete può essere di “tipo 1” o giovanile, e di “tipo 2 “ tipico dell’età adulta.
Il diabete 2 è la forma più diffusa e nella maggior parte dei casi è ad esordio asintomatico. Altre forme di diabete sono quello gestazionale (che si sviluppa in gravidanza) e le forme di prediabete (IFG: alterata iperglicemia a digiuno, e IGT: alterata tolleranza al carico di glucosio) che possono portare nel tempo al diabete vero e proprio. Familiarità, forme di prediabete, dislipidemie, obesità e sedentarietà sono alcuni dei fattori di rischio.
COME CI SI ACCORGE DI ESSERE DIABETICI?
I sintomi del diabete possono a volte essere molto sfumati o completamente assenti; e proprio l’assenza dei sintomi è la causa principale del ritardo della diagnosi.
I sintomi più frequenti sono: un eccesso di sete (polidipsia) e la conseguente necessità di urinare frequentemente (poliuria), la stanchezza, la fame (polifagia), la perdita di peso.
La diagnosi si ottiene in presenza di concentrazioni di glucosio ematico (a digiuno) > 126 mg/dl.
In caso di diabete, la glicemia deve essere sempre monitorata per ridurre il rischio di comparsa di complicanze croniche; le più gravi sono quelle che interessano l’occhio (retinopatia), il rene (nefropatia), i nervi (neuropatia) e le arterie (vasculopatia). Per ridurne lo sviluppo occorre controllare anche altri fattori di rischio, quali pressione arteriosa, livelli di colesterolo e trigliceridi, il fumo ed il peso corporeo.
Il controllo della dieta e soprattutto la scelta degli alimenti, preferibilmente basata sul relativo contenuto di zuccheri e sulla loro capacità di aumentare la glicemia (noto come Indice Glicemico), sono parte integrante del piano terapeutico per curare il diabete.
COS’E’ L’INDICE GLICEMICO (IG)?
È la capacità di un alimento di aumentare la glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) dopo la sua assunzione, in rapporto ad una scala di valori costruita prendendo il glucosio puro come punto di riferimento, al quale è assegnato valore pari a 100.
-IG alto = compreso tra 100 e 55
-IG medio = compreso tra 55 e 35
-IG basso = compreso tra 35 e 0.
Tra gli alimenti ad alto IG troviamo i cibi raffinati, come lo zucchero bianco, le farine raffinate, le farine bianche, e i cibi industriali trasformati o di sintesi, come gli amidi modificati, fecole, cereali soffiati come il corn flakes, pop corn, riso soffiato, che hanno un IG più elevato rispetto allo stesso cereale di partenza.
Invece, tra gli alimenti a basso IG troviamo gli alimenti naturali, quali cereali grezzi non raffinati (grano saraceno, segale, quinoa…), farine integrali, paste con farina di grano duro, alcuni frutti, verdura e soprattutto i legumi.
Ricordiamo però che è importante anche valutare il Carico Glicemico, che tiene conto complessivamente della quantità di carboidrati presente in un dato alimento.
RACCOMANDAZIONI DIETETICHE
Non esistono alimenti vietati per i diabetici, ma alcuni di essi devono essere consumati con moderazione. In generale gli alimenti possono contenere zuccheri semplici o zuccheri complessi. Quest’ultimi devono essere preferiti ai primi in quanto, per la loro natura chimica, presentano un indice glicemico inferiore. Per rallentare l’assorbimento degli zuccheri e quindi ridurre l’innalzamento della glicemia, agli alimenti contenenti zuccheri complessi è consigliabile associare alimenti ricchi in fibra alimentare, quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta.
Tutti gli alimenti che contengono zuccheri semplici (dolci, zucchero bianco, bevande zuccherate…) fanno innalzare rapidamente la glicemia, per questo vanno evitati o comunque consumati occasionalmente.
Alcuni fattori quali caratteristiche dell’alimento, modalità di preparazione, temperatura di assunzione e associazione con altri alimenti possono modificarne in positivo o in negativo il potenziale IG.
Ecco alcuni consigli da seguire:
- le farine integrali o di grano duro hanno un IG più basso rispetto alle farine raffinate (tipo 0 e 00);
- è consigliabile l’utilizzo di pasta trafilata rispetto alla pasta fatta in casa;
- le modalità di preparazione influenzano l’IG dell’alimento: ad esempio la cottura al dente permette di conservare l’IG della pasta più basso;
- la temperatura di assunzione dell’alimento modifica il suo IG: la pasta, il riso, il pane e i legumi se consumati freddi presentano un IG più basso;
- la presenza di proteine e di fibre diminuisce l’IG: ecco perché è consigliabile associare ad un pasto ricco in carboidrati come la pasta, alimenti proteici come la carne o il pesce e/o alimenti ricchi in fibre come la verdura;
- evitare di associare nello stesso pasto alimenti ricchi in carboidrati, ad esempio pasta e patate;
- la frutta amidacea, come le banane, quando non è ancora matura presenta un IG più basso; allo stesso modo, la cottura del medesimo alimento (es, mele cotte, caldarroste) ne aumenta il suo IG.
Uno stile di vita sano ed attivo è un alleato prezioso per tutti, non solo per i diabetici. Quindi oltre alla dieta è utile svolgere attività fisica di tipo aerobico: 30 minuti al giorno di camminata, cyclette… Una regolare attività fisica ha importanti benefici sul metabolismo, migliorando la sensibilità all’insulina, riducendo i livelli di trigliceridi e colesterolo cattivo (LDL) a vantaggio di quello buono (HDL) e migliorando i valori di pressione arteriosa, effetti essenziali nella prevenzione e cura del diabete.